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Il 27,5% degli avvocati italiani utilizza già strumenti di intelligenza artificiale (IA) nella propria attività professionale quotidiana. È quanto emerge dal IX Rapporto CENSIS sull’Avvocatura 2025.

Perché molti avvocati non usano ancora l’IA?
Il 72,3% invece non ne fa ancora uso. Tuttavia, tra questi, il 31,7% dichiara di voler adottare l’IA nel prossimo futuro, segnale chiaro di un forte interesse verso questa tecnologia dirompente, nonostante le attuali barriere.
I principali motivi di non utilizzo sono:
- la resistenza ideologica (il 17% non intende usarla neppure in futuro)
- la scarsa conoscenza o competenza (16,3%)
- i costi iniziali troppo elevati (6,4%)
Un ulteriore 0,9% indica altre motivazioni.

Per cosa viene usata l’IA dall'avvocato?
L’intelligenza artificiale viene impiegata in modo mirato. Il suo utilizzo principale riguarda:
- la ricerca giurisprudenziale e documentale (19,9%)
- la redazione e revisione di contratti (5,0%)
- l’automazione di attività amministrative (1,0%)
- l’analisi predittiva di casi e strategie legali (1,2%)
Utilizzi residuali si attestano allo 0,5%.

I profili più propensi all’adozione
L’adozione dell’uso dell'IA è più diffusa tra i:
- professionisti under 40 (37,4%)
- avvocati del Nord-Ovest (31,3%)
- uomini e donne in misura quasi paritaria (28,4% contro 26,6%)

Intelligenza artificiale per avvocati: opportunità o minaccia?
Oltre la metà degli avvocati (58,7%) vede l’IA come un’opportunità, soprattutto per la ricerca legale (47,4%) e la gestione documentale. Tuttavia, il 32,1% la considera una minaccia per il ruolo dell’avvocato e la qualità del lavoro.
Citando il rapporto del CENSIS 2025 circa l'utilità percepita:
Nonostante le preoccupazioni, alcuni professionisti vedono l’IA come uno strumento potenzialmente utile per semplificare alcune attività, ma solo se utilizzata sotto la guida di esperti e in modo responsabile.
Tra i principali fattori di rischio per i redditi futuri degli avvocati, l'intelligenza artificiale si piazza al settimo posto con solo l'8,1% degli avvocati che la percepisce come tale.

Come cambierà la professione nei prossimi 5 anni?
Ecco le previsioni fatte dagli avvocati:
- il 27,3% pensa che automatizzerà solo attività ripetitive, senza sostituire l’avvocato
- il 25,8% prevede che trasformerà profondamente la professione
- il 23,7% dice che sarà un supporto decisionale, senza sostituire la figura professionale
Solo il 9,8% pensa che l’impatto sarà minimo.
Una trasformazione in corso
Ad oggi dunque un avvocato su quattro utilizza già l'intelligenza artificiale, ma la percentuale è destinata a crescere rapidamente. Il settore forense è in una fase di transizione digitale, trainata dalle nuove generazioni, dall’innovazione delle legal tech e da un crescente bisogno di efficienza.